Sintesi Storia di villanova

Di Paola Silano

La storia di Villanova si incrocia con l’etimologia del suo antico nome: Polcarino.

Questa denominazione è presente per la prima volta in un documento del 1086 (menzionato da Nicola Flammia) che include Polcarino nella contea di Ariano, e poi si ritrova nel Catalogus Baronum, compilato tra il 1150 e il 1168, con la forma latinizzata Pulcarinum. In seguito il nome verrà storpiato in mille altri modi: Polcareni, Polkarneni, Polcherino, Pulcherino, Pulchereno, Pulcarino, Purcherino, Porcarino, Porcherino

  • Per spiegare l’etimologia di Polcarino, proviamo prima a riferirci all’insediamento dei Bulgari in Italia nel VI secolo.

Il re longobardo Grimoaldo, attorno al 663, utilizzò i soldati Bulgari, arrivati pacificamente nella nostra penisola al seguito di Alzeco, per difendere varie zone della pianura Padana che erano anche d’importanza strategica per il controllo di Ravenna, sede dell’esarcato bizantino, e dei nemici provenienti dalle Alpi. In seguito, un gruppo di soldati fu stanziato a sud di Pisa e un altro contingente fu inviato da Grimoaldo nel ducato di Benevento, presso il figlio Romualdo.

Alcune terre campane erano così spopolate che i Longobardi, volentieri e in cambio di aiuto militare, concessero intere contrade a stranieri per abitarvi. È appunto quanto potrebbe essere successo nel territorio dell’antica Villanova: forse fu assegnato a un capo bulgaro che di conseguenza diede il nome al luogo; il termine Bulgaro, infatti, si è andato deformando nel tempo, diventando prima Pòlcaro, poi Polcàro, quindi Polcarino. Poiché i Bulgari presenti nella penisola non si videro concessa dai Longobardi alcuna autonomia politico-territoriale, dovettero industriarsi in ciò in cui erano più capaci, vale a dire l’agricoltura, da lì la loro “conversione dalla spada alla zappa” e l’integrazione completa nella cultura locale, con la rapida scomparsa dei caratteri che li connotavano. Sia a Villanova che in altri luoghi dove sono presenti reali tracce bulgare (Sepino, Isernia, Celle di Bulgheria…) nessuno ha consapevolezza di quest’antichissimo contatto con la gente proto-bulgara né si ha alcuna memoria dei loro usi o conoscenze.

Vediamo ora altre interpretazioni date da chi in passato ha studiato la questione del nome Polcarino:

  • Antonio Blundo propone l’arabo “Buol-kara-ain” (col significato Paese antico, dalle origini oscure);
  • Ottaviano Silano ipotizza che derivi da Pulcher Herennius, il nome del console romano transitato o vissuto in zona (come attesta un’epigrafe rinvenuta nel territorio di Gesualdo) oppure dal greco Polis-caris (città-grazia);
  • Vincenzo De Luca suppone la derivazione dal greco Polis-Kerè (città consacrata alla dea Kerè);
  • Francesco Barra propone l’origine da porcarium, il recinto per maiali;
  • Altri pensano al latino pulcherrimus (bellissimo) o pulcher (bello, nobile).

Per concludere, dobbiamo ammettere che nessuno finora è mai arrivato a conclusioni certe circa l’etimologia della denominazione originaria, perché nessuna ipotesi è stata dimostrata.

La successiva storia di Polcarino si muove secondo le consuete vicende che si svilupparono in Italia dal Medioevo fino all’età contemporanea. Sotto gli Svevi fu feudo di Mascambruno, passò poi ai Del Balzo, ai Consalvo di Cordova, ai Carafa, ai Gonzaga, ecc., nel 1645 a Giovanni Ossorio, i cui discendenti l’ebbero sempre in feudo col titolo di marchesi. In ogni caso, più che elencare i signori feudali che hanno posseduto via via il paese, è bene accennare a un altro evento importante della sua storia, un evento del 1400.

In seguito al tracollo produttivo e alla crisi del XIV secolo, le zone dell’arianese subirono gravi perdite in campo demografico, economico e nell’esistenza stessa di centri abitati. Alla fine del 1400 divenne quasi automatico il fenomeno dell’immigrazione in queste terre di Franco-provenzali, Albanesi e Schiavoni. Ciò si verificò anche a Polcarino, che, in seguito al disastroso terremoto del 1456, fu ripopolata da Schiavoni (serbo-croati) chiamati dal signore del luogo Pirro del Balzo e fatti venire da altri suoi feudi.

Questo ripopolamento si rivelò anche altamente redditizio per la classe feudale perché i nuovi abitanti furono costretti (fino alla legge eversiva della feudalità del 1806) a pagare il censo enfiteutico, la decima feudale e il canone sulla casa, oltre a tutte le altre tasse e proibizioni che mantennero per secoli la popolazione locale sulla soglia minima della sussistenza.

Il documento che attesta la presenza di serbo-croati a Polcarino è la Consulta della Regia Camera della Sommaria del 24 marzo 1509, ma altri studi, ad esempio quelli degli inizi del Novecento del grande slavista Milan Rešetar, dell’Università di Vienna, hanno aggiunto dati importanti al rapporto tra il paese e gli Schiavoni. Da registrare, infine, la presenza di luoghi, denominazioni ed elementi culturali che ad un’analisi attenta, anche se la gente di Villanova non ne ha più alcuna coscienza, ancora oggi richiamano alla memoria certi influssi slavi (ad esempio chiari cognomi di origine dalmata sono quelli delle famiglie Iorizzo, Raduazzo e Borrazzo).

Ultimo punto da affrontare riguardo alla storia di Villanova è il cambiamento di denominazione.

In un documento del 1532 in riferimento al nostro paese si legge: “Villam seu Casal de Porcarino”, quindi per la prima volta si dice Villam, termine che indicava un gruppo di case rustiche abitate da villani, in genere abituati a chiedere la protezione di un monastero. Nel Basso Medioevo, i nuovi villaggi fondati o ricostruiti, spesso assumevano il nome Villanova o Villafranca, a indicare l’acquisizione di qualche libertà dagli obblighi feudali, infatti anche per Polcarino a Villam si aggiunse Nova o Novi e fu la marchesina Vincenzina Magnacervo, che portava in dote il paese per il matrimonio con il marchese Diego Ossorio, a volere il nome Villa Nova. Nel 1620 la denominazione divenne un termine tutto intero, Villanova (lo si desume da atti parrocchiali), che continuò a convivere col vecchio nome Polcarino e le sue tante deformazioni. Nel 1862 si arrivò per Regio Decreto alla denominazione ufficiale e definitiva di Villanova del Battista, in onore del patrono San Giovanni Battista, per distinguerlo da altri paesi con lo stesso nome.

Schematicamente, nell’evoluzione della denominazione di Villanova, queste sono le date più importanti:

1086                →        Polcarino

1168                →        Pulcarinum

1269                →        Castrum Pulcareni e Pulcarinus

1306                →        Porcarino

1532                →        Casal de Porcarino o Villam

1620                →        Polcarino de’ Schiavoni e, da Villam Novi o Novo, → Villanova

1862                →        Villanova del Battista

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